La Gallina Siciliana “Testa Coronata d’Italia”
wp_15579667 Articoli Avicoltura
Un po’ di storia
La gallina Siciliana è la “testa coronata d’Italia”.
Il suo pettine è una corona a forma di coppa ben posizionata al centro del cranio a formare un cerchio completo provvisto di punte regolari di media grandezza. Questo carattere identificativo ed unico, oltre a conferirgli un aspetto elegante e regale, rende questa razza assai apprezzata, seppur complessivamente poco allevata nel nostro paese.
Polli simili sono ampiamente ritratti in alcuni dipinti del XVI secolo conservati a Roma, Parigi e in Vaticano. Nel settecento il Principe Galletti, di origine pisana, in seguito al suo trasferimento in Sicilia a San Cataldo, a causa delle persecuzioni dei Visconti, fece inserire negli affreschi all’interno del suo palazzo, galli Siciliani. La razza fu allevata dal nobile con passione, tanto che la volle come effigie dello stemma della città stessa. Le sue origini, per certi versi ancora incerte, la collocherebbero in Sicilia già in tempi remoti, frutto di probabile incrocio tra polli provenienti dal Nord Africa, importati dagli Arabi e polli locali di tipologia mediterranea (una sorta di proto-Livornese) presenti su tutto il territorio italiano, isole comprese. Proprio in base a questa teoria Sir Edward Brown fa eco all’origine nord africana, citando sull’argomento il professor Ghigi. “I polli nord africani sono più piccoli del Siciliano e il pettine del primo è meno carnoso. Egli suggerisce che quest’ultimo sia dovuto a un incrocio tra il nord africano e l’italiano, affermando anche che a Tripoli, e nei paesi adiacenti, ci sono molti incroci di razze europee, come il Livorno, e la piccola razza africana”, scrive in Poultry Breeding & riproductions nel 1929. Anche nel Modern Poultry Development di Easom Smith, pubblicato nel 1976 l’autore sostiene che i la tipologia di polli con cresta a coppa fu introdotta dalle popolazioni arabe del Nord Africa nel corso dei loro spostamenti nel Mediterraneo. La razza potrebbe essere arrivata in Europa attraverso la Sicilia, da cui i polli hanno mutuato il nome odierno. Lo stesso Smith descrive il pettine come “una vera corona di re Davide”.
Alcuni ricercatori del passato come Mr. Craig, fanno notare la similitudine tra le livree della Sicilian Buttercup e la Egyptian Fayoumi, come prova visiva di un probabile rapporto tra le razze. Il colore del Golden Fayoumi è lo stesso di quello della gallina Siciliana americana. Inoltre il pollo Fayoumi a volte mostra un doppio pettine stretto che ricorda la cresta della cugina italiana.
Un inizio da Miss America
Secondo quanto riportato su un articolo scritto sul Poultry Fanciernel 1913, la prima introduzione di galline Siciliane nel Nuovo Mondo avvenne durante la metà del 1850 da parte del capitano di mare C. Dawes. Questi salpando con il suo veliero dal porto di Palermo, le aggiunse al carico della nave per fornire ai suoi uomini carne fresca durante il viaggio verso Boston. Tuttavia i marinai rimasero così sorpresi nello scoprire che le galline avevano deposto uova grandi e bianche in modo costante durante tutto il viaggio che ne fecero ben presto gli animali domestici dell’intero equipaggio.
Sebbene fosse allevata da centinaia di anni sull’isola, la gallina Siciliana trovò il suo momento massimo di diffusione a partire dal 1875, data in cui i primi esemplari documentati (altre scarse testimonianze collocherebbero la loro comparsa nel 1930 assieme a delle famiglie di immigrati provenienti dalla Sicilia) approdarono in America. Questi soggetti, secondo le descrizioni riportate sul libro di Jeremy Hobson e Celia Lewis, presentavano delle livree assai variabili. Il primo stock mostrava difatti colorazioni simili al probabile selvatico argento, il selvatico bruno (descritto come gold-duckwing), il bianco, livree che oggi in America sono per lo più scomparse. Nel 1860 una seconda spedizione arrivò presso C. Carroll Loring of Deham del Massachusetts, che li descrisse, allevò e diffuse per i successivi 50 anni sino alla costituzione nel 1912 del primo club di razza, che raggiunse rapidamente i 300 membri. Il pollo fu ribattezzato con il nome di “Sicilian Buttercup” e divenne estremamente popolare e ricercato, tanto che nel 1918 fu ammesso all’American Poultry Association’s Standard of Perfection (APA).
Nel 1960 anche la versione bantam fu ammessa allo standard APA. Purtroppo, anche a causa della competizione con altre razze ovaiole più produttive come la Leghorn (Livornese) la Sicilian buttercup subì in seguito un crescente declino. Tutti i discendenti della Buttercup americana odierna sono comunque, in larga misura, frutto delle uova importate dall’Italia nel 1892. Oggi, l’American Livestock Conservancy la elenca come razza minacciata.
La diffusione delle “Siciliane” nei paesi anglosassoni fu promossa dal capitano Stanton e da sua sorella Miss Blanche Stanton. In Inghilterra, dove fu ribattezzata con il nome di Sicilian Flower Bird, questa razza diventò estremamente popolare sia come pollo ornamentale (lo si ritrova ritratto in innumerevoli raffigurazioni, come in cartoline e francobolli) che per la produzione delle belle uova bianche. Stromberg attribuisce alla signora Colbeck dello Yorkshire l’importazione del galliforme nel Regno Unito nel 1912.
Infine, intorno al 1915 grazie all’allevatrice Louise Waclaw, che la importò direttamente dall’America, la gallina Siciliana approdava in Australia, ove fino a quel momento era stata del tutto sconosciuta. Il “Ritorno” in Italia La gallina Siciliana è stata allevata per secoli nelle campagne dell’isola, ove era apprezzata per la rusticità e la produzione di uova e carni, ritenendo fosse originaria della zona di Marausa (Trapani).
In Sicilia la riproduzione di questi polli era effettuata senza alcuno schema di colore specifico, in maniera del tutto casuale, sebbene tutti gli esemplari presentassero cresta a coppa e tarsi color ver-
de oliva. È davvero un peccato che la selezione più accurata, finalizzata alla promozione e diffusione di questa razza sia stata effettuata lontano dal suo paese di origine: secondo alcune fonti, ad un certo momento storico, in Sicilia venne addirittura ritenuta scomparsa (Giavarini 1983). Significativo sotto questo profilo un passaggio del Cav. Italo Mazzon contenuto nel Volume “Le razze della gallina domestica” di Teodoro Pascal, 1905.
Venti o venticinque anni or sono, la gallina siciliana attirava l’attenzione degli amatori; però, se si bada all’asserto di qualche persona autorevole, tale razza fu introdotta ad epoca ben anteriore della citata America. Il sig. H. Ayres assicura che questa specie era nota a molti allevatori prima della introduzione della leghorn bruna: e di questa si sa che i primi tipi importati arrivarono nel 1835. La Leghorn bruna venne poi a sparire in seguito ad una sequela d’incroci con altre razze: però l’allevamento vero della Siciliana non venne fatto su larga scala che verso il 1850, e durò circa 20 anni; da allora in poi anche questa razza venne totalmente abbandonata e non sono che due anni che essa fece la sua nuova apparizione. Il sig. Ayres dice che questa gallina è pressoché identica alla leghorn bruna, ma con una cresta in forma di coppa; però siccome la descrizione era fatta in epoca in cui non si andava tanto per la sottile nel classificare una razza di galline, non è a meravigliarsi se il paragone lascia a che dire. Gli allevatori assicurano che la siciliana è la migliore fetatrice che si possa desiderare: il gallo arriva a 3 kg. e mezzo, e le galline da due e mezzo a tre. Hanno cresta larga, rotonda, in forma di saliera, concava ed irta di piccole punte tutte all’ingiro: è una cresta caratteristica che non trovasi in altre razze; dietro la cresta una piccola prominenza guarnita di un ciuffo incipiente distingue ancor più delle altre la razza siciliana. Le zampe liscie sono di tinta verde chiaro; ciò che permette ai pulcini di averle quasi gialle; la prima è screziata come nell’Hambourg crayonné argentata.
Il gallo ha poi il petto ed il dorso ricoperto di piume dorate, la gallina ha il petto pailleté. Sono precoci le siciliane; a cinque mesi depongono nell’inverno senza richiedere maggiori cure di altre razze. Ecco dunque una nuova razza che ci viene additata dagli stranieri. Forse che in Sicilia la si conosce?”
Nel 1913 la Siciliana fu oggetto di accurata selezione da pare del prof. Tucci dell’Istituto Zootecnico di Palermo che riuscì ad ottenere soddisfacenti risultati ed anche la stazione di pollicoltura di Rovigo si occupò di essa, riuscendo ad uniformarne la livrea (dorata, pernice); alcuni testi annoverano anche le colorazioni bianca, bruna e argentata. Il Prof. Clementi nel 1926 segnala la presenza della Siciliana, nella sua forma primitiva, presso il fiorente allevamento sito a San Giuseppe Lato, nel Casino Reale di Renda. Allevata della famiglia nobile dei Borboni, che ne apprezzava le sue caratteristiche produttive e ornamentali, fu mantenuta in loco almeno fino alla prima metà del ‘900.
Negli anni 60 l’Entente Européenne di avicoltura cancellò dai propri standard la razza Siciliana. Sembra che la sua ricomparsa sia avvenuta nel 1986, durante la mostra nazionale di avicoltura a Forlì ove furono esposte alcune coppie nelle colorazioni dorata e argentata, di proprietà dalla sig.ra Mirella Ravaioli. Nello stesso periodo è segnalato, in Sicilia, il lavoro del Prof. Antonio Alberti di Olivarella in prov. di Messina, noto allevatore siciliano che le avrebbe riportate in auge anche nell’isola, come riportato nella rivista di “avicoltura amatoriale” n. 5 del 1994. Solo da quel momento in poi, nell’isola vi fu un rinnovato interesse per la razza, grazie anche all’opera di diffusione portata avanti da alcuni sinceri appassionati ed alle esposizioni organizzate dalla Federazione Italiana delle Associazioni Avicole, nel corso delle quali La Siciliana è stata presentata su tutto il territorio nazionale. Nel 1996 il Comitato Tecnico scientifico FIAV recepì la razza nei propri libri standard, nelle colorazioni arancio argento, argentata, bianca, dorata, nera e selvatica. Alla fine del 2006 furono introdotte anche le colorazioni bianca, selvatico oro e nera, nel 2007 la blu. Dietro richiesta inoltrata da allevatori ed una associazione avicola siciliana, nel 2014 si provvide a sostituire la nomenclatura “collo oro” con quella “selvatico bruna”, in maggior aderenza al fenotipo effettivamente espresso dai soggetti con mantello “selvatico oro” (e+, s+). Anche il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (MIPAAF), su richiesta della Dott.ssa Margherita Marzoni della facoltà di Medicina veterinaria di Pisa, ha inserito la gallina Siciliana nel registro anagrafico delle razze avicole italiane, istituito con DM N. 19536 del 1 ottobre 2014. Dapprima affidato ad AIA (Associazione Italiana Allevatori), successivamente passato ad Anci nel 2019, in conformità all’evoluzione della normativa vigente in materia di riproduzione animale.
Caratteristiche della razza, testimonianze passate e recenti.
Anche se Etna, Madonie e i Monti Sicani hanno costituito una barriera efficace per la conservazione e l’isolamento della razza Siciliana, introgressioni di altre razze avicole, avvenute prevalentemente nel ‘900, hanno in molti casi “contaminato” genetica-mente popolazioni pre-esistenti, determinandone una certa variabilità soprattutto in colorazione e forma della cresta.
Già nel 1870 il Chicoli (Riproduzione, Alleva-mento e Miglioramento degli animali domestici in Sicilia – Capitolo Secondo – Razze delle galline) ci riferisce della presenza di diverse colorazioni:
“colore variabilissimo delle piume, ora nero, ora bianco, ora rossastro, ed ora con delle punteggiature nere o bianche”. Lo stesso autore descrive la Siciliana come la migliore razza ( rispetto a quelle “esotiche” introdotte) per la produzione di uova, per la rusticità, per l’adattamento al territorio ed ai climi caldi e asciutti, ove questo galliforme vive e prospera meglio che altrove.
La rusticità della Siciliana è ben nota: essa si adatta molto bene alla vita rurale, riuscendo a reperire in questo ambiente la maggior parte degli alimenti necessari alla sua vita. In passato i contadini erano soliti distribuire foraggio a questi polli al loro rientro dal pascolo, alla sera, Riguardo alle colorazioni del piumaggio è possibile reperire notizie varie nell’ambito della letteratura specialistica di fine ‘800 – inizi ‘900.
Italo Mazzon (1890), scrive in proposito: “Colorazione poco definita, da un lato simile alla Leghorn bruna, dall’altro paragonata all’Amburgo argentato nel gallo e con petto pagliettato nella femmina.”
Ferrucio Faelli (1923, Animali da Cortile) riporta: “ Dorato (preferibile), bruno, pernice rosso, pernice giallo.”
Mazzon, L (La Rivista Degli Allevatori Vol.V N°7 1937)
Galline Italiane Razza siciliana – varietà “dorata” “Razza selezionata in Sicilia a partire dall’incrocio tra polli locali e polli provenienti dal Nord Africa, forse già a partire dall’epoca Romana. Gli animali si presentano con orecchioni rossi marezzati di bianco, livrea collo oro, perniciata, nera, bianca, blu. La cresta è a coppa, le uova a guscio bianco. Un tempo era nota in letteratura la sola colorazione collo oro con le sue diverse varianti.”
(1938) Clementi F. (riporta Tucci) Corso completo di pollicoltura familiare ed industriale “Dorato in varie gradazioni, giallo pernice, rosso pernice.”
(1939) A. Vecchi, Avicoltura (Lezione di Zooculture, Bologna)
“Siciliana, – Razza un tempo assai allevata nell’isola da trai il nome. Nell’aspetto generale questo pollo corrisponde al tipico pollo italiano. Ha il mantello di vari colori, ma frequentemente dorato. Ha la cresta a coppa, portata dritta nel gallo, piegata nella gallina. Gli orecchioni sono bianchi punteggiati di rosso. I tarsi sono di color verde oliva.“
(1945) Borgioli, (1946) Bonadonna
Classificavano la Gallina Siciliana tra le “Razze Ovaiole”, descrivendola come un pollo piuttosto piccolo, di piumaggio fulvo o dorato, con i tarsi nudi e grigio ardesia.
Pollicollicoltura moderna diffusa, Edizioni Agricole
“Colore del piumaggio rosso fatta eccezione delle penne remiganti e quella della coda nere.”
(1961) Giancarlo Pozzi
“Gallo: testa rossa, collo, dorso e sella arancione, petto baio rossastro, coda nera, penne della cappa camoscio scuro pagliettato, remiganti primarie nere orlate di baio, secondarie baie marcate di nero. Femmina: camoscio dorato, penne della ali, dorso, petto con pagliettatura.”
In tempi più recenti interessanti sono gli interventi del sig. Fabrizio Focardi sul tema.
– Estratto dall’articolo “Collo Oro o Perniciata” (2009) Fabrizio Focardi
“Ai tempi dell’ANSAv (1989) non esisteva un vero libro standard, neanche per le nostre razze, ma solo dei fogli ciclostilati con standard morfologico e una lista di colorazioni che non so da dove fossero state tratte. Quello relativo alla Siciliana riportava, a proposito delle colorazioni:
« Colorazioni e disegno: le quattro colorazioni ammesse si presentano come nella razza “Livornese”. La loro valutazione è meno rigida considerata la maggiore difficoltà per ottenere creste e tarsi corretti. »
Circolava anche una traduzione dello standard inglese dove la colorazione descritta rispecchiava quella della Collo Oro.
Nella prima edizione dello “Standard Italiano delle Razze Avicole” (1996) le colorazioni erano Arancio Argento, Argentata, Bianca, Dorata, Nera, Selvatica.
Ho contribuito anch’io a questo standard, ma evidentemente si era tirato un po’ ad indovinare in quanto al tempo si trattava di una razza per molti, me compreso – quasi sconosciuta.
Nel 2006 il CTS revisionò lo standard e riconobbe le colorazioni Bianca, Collo Oro e Nera.
Successivamente, nel 2007, fu riconosciuta anche la Blu. Non erano molti i soggetti che avevo modo di vedere alle esposizioni, ma mi accorgevo che, quasi sempre, l’intensità dei colori variava da soggetto a soggetto. Più recentemente tramite internet ho avuto modo di visionare un maggior numero di animali, anche se solo in foto, che alcuni allevatori siciliani mi inviavano. Anche in questi , le tonalità, sia nei galli che nelle galline, non erano uguali: alcuni più chiari, altri più scuri. La mia impressione era che in quasi tutti gli alleva menti esistessero, oltre ai soggetti Collo Oro, anche un certo numero di soggetti Perniciati, o una via di mezzo.”
Standard
SICILIANA
I – GENERALITA’
Origine: Italia: Sicilia. Si dice nata dall’incrocio di
polli libici con polli locali.
Uovo
Peso minimo g. 45
Colore del guscio: da bianco a bruno molto chiaro.
Anello
Gallo : 18
Gallina : 16
II – TIPOLOGIA ED INDIRIZZI PER LA SELE-
ZIONE
Pollo vivace, molto precoce e con spiccata attitudi-
ne alla deposizione. E’ caratterizzato
dalla tipica cresta a coppa. Il piumaggio è abbon-
dante ed aderente al corpo. Forma,
posizione e cresta influiscono sul giudizio in misu-
ra maggiore della colorazione.
III STANDARD
Aspetto generale e caratteristiche della razza
1- FORMA
Tronco: di grandezza media e raccolto.
Associazione Lombarda Avicoltori – www.ala-avi-
coltori.it – info@ala-avicoltori.it
Fonte: Standard italiano delle razze avicole – FIAV
Testa: elegante ed arrotondata, abbastanza larga e
profonda.
Becco: forte di media lunghezza e di colore giallo;
ammesse leggere striature corno
scuro nella colorazione nera e collo oro.
Occhi: grandi, vivaci e prominenti di colore rosso/ arancio scuro.
Cresta: a coppa. Di tessitura fine e rossa, inizia come cresta semplice alla base del becco per poi acquisire la forma a coppa, preferibilmente chiusa nella parte posteriore. La coppa ben formata, liscia all’interno. Preferibili 5 denti regolari per parte, non troppo lunghi, ben definiti e a base non troppo larga; portata dritta e ben in appiombo. In galline che depongono è ammessa leggermente
pendente.
Bargigli: rossi, di media grandezza; portati ben distesi e non aperti a farfalla, privi di pieghe sia verticali che orizzontali. Faccia: rosso intenso; liscia e senza peluria.
Orecchioni: di media grandezza, fini, ben arrotondati, rossi; è tollerata una leggera presenza di bianco.
Collo: ben arcuato, elegante, con abbondante mantellina.
Spalle: larghe, ben arrotondate.
Dorso: largo, non troppo lungo.
Ali: lunghe, portate alte ed aderenti.
Coda: abbastanza larga, con lunghe timoniere, portata alta con angolo di 70/75° nel gallo e di 55/60° nella gallina.
Petto: largo, pieno ed arrotondato, portato alto.
Zampe: gambe di media grandezza ben staccate dal tronco; tarsi sottili e moderatamente lunghi di colore verde salice; quattro dita.
Ventre: ben sviluppato e arrotondato.
Pelle: giallastra.
2 – PESI
GALLO : Kg. 2, 0-2, 4
GALLINA : Kg. 1, 6-1, 8
Difetti gravi:
Assenza delle caratteristiche tipologiche; coda a scoiattolo; orecchioni troppo bianchi;
presenza di infossature o escrescenze nella coppa;
cresta del gallo poco sviluppata o piegata, aperta davanti, con denti filiformi o troppo lunghi; più di due denti semplici prima della biforcazione dei due lembi della cresta;
colore dei tarsi diverso dal verde salice; tarsi impiumati.
3 – PIUMAGGIO
Conformazione: Abbondante e morbido, ben aderente al corpo senza formare cuscinetti.
IV – COLORAZIONI
BIANCA
GALLO E GALLINA
Tutto il piumaggio bianco purissimo, più lucente nel gallo. Piumino: bianco Difetti Gravi:
forti riflessi paglia; penne di altro colore; petto con tracce di salmone nella gallina.
COLLO ORO
GALLO
Testa: giallo/oro intenso.
Mantellina: giallo/oro, leggermente più chiara nella parte terminale, con fiamme nere a riflessi verdi. Dorso, spalle e copritrici delle
ali: rosso scuro brillante. Lanceolate della groppa: giallo/oro con fiamme nere a riflessi verdi. Grandi copritrici delle ali: nere con riflessi verde/blu metallici.
Remiganti primarie: nere, con stretto bordo bruno nella parte esterna.
Remiganti secondarie: con parte interna e punta nere e parte esterna bruna che forma il triangolo dell’ala bruno.
Petto: nero senza tracce brune.
Ventre e gambe: nere.
Coda: nera con forti riflessi verdi.
Piumino: grigiastro.
GALLINA
Testa: giallo/oro. Mantellina: giallo/oro con fiamme nere.
Piumaggio in generale: oro/bruno con fine pepatura nera regolarmente distribuita, rachide leggermente più chiara ammessa. Remiganti primarie: nere con stretto bordo esterno bruno pepato.
Remiganti secondarie: con parte interna nera e parte esterna bruno pepata.
Petto: salmone, più scuro nella parte alta, con rachide leggermente più chiara. Ventre e gambe: grigio/ bruno. Coda: nera, le due grandi copritrici superiori preferibilmente come il resto del piumaggio.
Difetti gravi: Gallo – mantellina e groppa troppo rossa o paglia, mancanza di fiamme; petto o gambe con tracce brune; triangolo dell’ala impuro.
Gallina – mancanza di fiamme nella mantellina; tracce rossastre nel piumaggio; colore di fondo del piumaggio troppo chiaro o con riflessi verdastri, presenza di orlatura; ruggine sulle copritrici delle ali; pepatura mal distribuita o grossolana; colore del petto troppo chiaro; presenza di disegno a fiocchi in tutto il piumaggio.
NERA
GALLO E GALLINA
Tutto il piumaggio nero intenso, nel gallo con forti riflessi verdi lucenti.
Piumino: nero.
Difetti gravi: piumaggio opaco e senza riflessi verdi nel gallo; riflessi porpora o bluastri; penne di altro colore.
BLU
GALLO E GALLINA
Piumaggio in generale: blu piccione di tonalità media e uniforme, una leggera orlatura sul margine delle penne è ammessa. Nel gallo testa, mantellina, copritrici delle ali e lanceolate della groppa variano da blu scuro a nero/blu vellutato brillante. Nella gallina mantellina blu scuro.
Piumino: blu chiaro.
Difetti gravi: colore non omogeneo, troppo chiaro o troppo scuro; orlatura troppo accentuata; riflessi bruni; penne di altro colore.
Il CTS, in seguito alla richiesta a suo tempo pervenuta da parte di alcuni membri delle associazioni siciliane aderenti a FIAV , ha deciso di eliminare nella razza SICILIANA la colorazione Collo
oro, poiché non realmente descrittiva dell’effettivo fenotipo, sostituendola con la colorazione Selvatica bruna (di tipo primitivo); di seguito lo standard di razza:
SELVATICA BRUNA (di tipo primitivo)
Gallo:
Testa bruno dorata; mantellina bruno dorata con fiamme nere più o meno pronunciate e parzialmente nascoste; Dorso, spalle e piccole copritrici delle ali bruno rosso scuro;
Grandi copritrici delle ali nere con riflessi verde/blu metallici; groppa da bruno rosso a bruno dorato, ammessa la presenza di leggere fiamme nere; Remiganti primarie con barbe interne nere e barbe esterne nere con stretta orlatura bruna; remiganti secondarie con barbe interne nere e barbe esterne bruno rosso che formano il triangolo dell’ ala; Petto, ventre e gambe nere, tollerata la presenza di macchie brune; Timoniere nere; Grandi falciformi nere con riflessi verde scarabeo; Piccole falciformi nere con riflessi verde scarabeo, ammessa la presenza di orlatura bruna; piumino grigio ammesse tracce brune Difetti gravi: mantellina, dorso, groppa e spalle troppo chiare; Eccessiva presenza di rosso su petto, ventre e gambe.
Gallina
Testa bruno rosso; mantellina bruno rosso che diventa bruno dorato nella pare terminale con fiamme nerastre; piumaggio in generale bruno ruggine con pepatura nerastra e rachide chiaro, tollerata la presenza di ruggine sulle copritrici delle ali; remiganti primarie con barbe esterne nere con stretta orlatura bruna e barbe interne nere con pepatura bruna; remiganti secondarie con barbe interne nere e barbe esterne bruno ruggine con pepatura nerastra, che forma delle bande trasversali nerastre non nette; timoniere nere, copritrici bruno ruggine con pepatura nera; petto salmone scuro , tollerate ai margini sfumature brune; ventre e gambe brune con pepatura grigiastra; piumino grigio.
Difetti gravi: colore di fondo troppo chiaro o troppo scuro, assenza di pepatura, pepatura molto fine o che forma un disegno a maglie, disegno chiaro del rachide totalmente assente, petto troppo
chiaro.
a cura di Maurizio Pavone
hanno collaborato Giovanni Como e Giuseppe Tasso.