La Serama
La Serama
Origine
Sull’origine della Serama si narrano varie storie.
L’unica cosa certa è il suo luogo di origine: la Malesia.Si dice creata intorno al 1970 dall’incrocio di polli nani locali con altre razze, compresa la Chabo.Il risultato fu un piccolo pollo nano, compatto, dal portamento della coda e delle ali quasi verticale.
Nel 1990 iniziarono le prime esposizioni. La razza suscitò immediatamente grande clamore, soprattutto per alcune sue caratteristiche estreme e pertanto particolari: mole ridottissima, posizione molto rilevata, ma soprattutto grande docilità. Subito in tutto il mondo i prezzi per un “campione” divennero altissimi. Oggi fortunatamente, soprattutto per la sopravvivenza della razza stessa, la situazione si è ridimensionata.
La tipologia originale, come abbiamo detto, era molto estrema, soprattutto per mole e posizione e purtroppo, proprio a causa di queste caratteristiche, gli animali che, allora, erano considerati “campioni”, avevano serie difficoltà riproduttive sia per la deposizione scarsa e/o anormale – spesso le uova delle galline più piccole non avevano il tuorlo – che per la difficoltà di accoppiamento, dovuta soprattutto alla postura dei soggetti.
Allevamento
Purtroppo una bella Serama, con buoni connotati di forma e posizione, non è in genere un buon riproduttore, indipendentemente dal sesso.
Ritengo dunque che sia opportuno accoppiare soggetti che, per le loro proprie caratteristiche, riescono ad equilibrarsi vicendevolmente.
La Serama non presenta particolari difficoltà nell’allevamento. Le galline sono buone covatrici e buone madri ed anche i galli possono convivere con loro in quanto, in genere, accettano tranquillamente la presenza dei pulcini.
Indipendentemente dal sistema di incubazione, non è mai opportuno allevare i pulcini Serama con altri di taglia più grande: questo difatti causerebbe inevitabilmente problemi di malnutrizione che influirebbero negativamente sul loro sviluppo.
Standard
Siccome le regole malesi sul benessere animale sono ben lontane da quelle dei Paesi occidentali, In Europa si è ritenuto di redigere uno standard con caratteristiche più soft.
Lo standard adottato in Italia è la fedele traduzione di quello redatto dalla C.S.E., sia riguardo alla forma e postura, sia riguardo alle colorazioni.
In questi ultimi anni, alle esposizioni, ho potuto vedere un buon numero di Serama.
E’ mia opinione che ci sia ancora molto da lavorare, nonostante alcuni soggetti abbiano raggiunto un livello soddisfacente.
Occorrono, serietà e buona volontà per continuare a fare una attenta selezione, dando ovviamente la priorità a mole, forma e postura. La scelta dei riproduttori deve essere attenta per tutte le loro caratteristiche, colore dei tarsi compreso.
I Giudici, dal canto loro, dovranno dare informazioni e consigli sulla scheda di giudizio, così da indirizzare gli allevatori sulla strada migliore da seguire. Personalmente ritengo che il predicato finale dovrebbe essere riferito ad una valutazione globale, piuttosto che essere il risultato di un calcolo di pregi, difetti ed aspetti migliorabili.
Anche gli allevatori potrebbero dare il loro buon contributo alla razza collaborando fattivamente fra loro.
Sebbene il carattere della Serama sia tendenzialmente tranquillo, esso può comunque variare in base al sistema di allevamento: se la presenza dell’allevatore è frequente e se fin da piccoli gli animali si abituano ad essere maneggiati, da adulti non temeranno la presenza dell’uomo.
Tipo Nella Serama l’asse del tronco è quasi verticale, di versamente da quanto accade nella razza Chabo, una delle sue probabili progenitrici, ove quest’ultimo è orizzontale, parallelo al suolo. Una delle principali caratteristiche della Serama è il petto, che deve essere largo, prominente e portato alto: deve oltrepassare, possibilmente abbondantemente, la punta del becco. Il portamento del petto è accentuato dal portamento un po’ arretrato del collo, senza però esagerare in quanto, se il collo è portato troppo indietro, fino a riposare contro la coda, questa sembrerà più bassa, e la sua posizione ideale – verticale e più alta della testa – ne verrà irrimediabilmente pregiudicata.
Nel gallo le falciformi hanno forma di sciabola, quindi non arrotondate; la parte anteriore della coda può toccare la parte posteriore del lobo della cresta (che non deve seguire la linea della nuca), senza però assumere una posizione a scoiattolo. L’altezza del petto e la sua rotondità sono accentuate dal portamento molto rilevato e, conseguentemente, dalla linea del dorso inclinata.
Il tipo ideale si esprime quando tutte le caratteristiche sono equilibrate; quando, anche una sola di queste caratteristiche viene a mancare, difetterà anche l’equilibrio richiesto.
Un tipo ma soprattutto una postura ideali, saranno più facilmente ottenibili qualora il carattere del soggetto sia abbastanza tranquillo. Un soggetto troppo agitato difatti, spesso risulta mal posizionato.
Anche l’eccesso opposto, troppa “tranquillità”, specie nella gallina, non aiuta a far emergere la manifestazione di determinate importanti caratteristiche, quali portamento e coda rilevati e, conseguentemente, un dorso corto.
Il portamento delle ali, è richiesto verticale ma spesso, a causa di tarsi troppo corti, detta verticalizzazione è impossibile a causa della mancanza di spazio utile.
In ogni modo, un portamento del tronco e delle ali troppo orizzontale ed un dorso troppo lungo, non consentiranno al soggetto di ottenere un buon predicato.
A proposito di “tarsi corti”, difetto abbastanza comune ereditato dalla razza Chabo, è bene sottolineare come tarsi troppo corti comportino ben altre indesiderate sorprese, oltre a quanto sopra precisato.
I tarsi corti sono il prodotto dell’azione del gene “Cp” – dall’inglese “to creep” (andar carponi) – responsabile di accorciamento ed ispessimento dei tarsi. Esso rientra tra i cosiddetti “geni letali”, geni cioè che provocano la morte dell’embrione prima della schiusa. Nel caso di “Cp”, la morte sembra provocata – tra le altre cose – dall’inibizione dello sviluppo del sistema vascolare.
Di fronte ad una schiusa scarsa, è pertanto sempre bene interrogarsi…
“Cp” é un gene autosomico (non legato al sesso, pertanto trasmissibile sia dal gallo che dalla gallina), incompletamente dominante (fra i pulcini nati a tarsi corti, alcuni avranno i tarsi più lunghi di altri) che, allo stato omozigote (Cp/Cp) – risulta letale. Ciò implica che non esistano soggetti a tarsi corti puri omozigoti, essendo i nati tutti eterozigoti (Cp/cp). Il gene Creeper è presente in una sola dose, associato all’allele tarsi normali (cp).
Sulla scorta delle predette considerazioni, mi auguro sia chiara l’assoluta inopportunità di effettuare incroci tra le razze Serama e Chabo, scartando in ogni caso dalla riproduzione tutti i soggetti che dovessero presentare tarsi troppo corti o corti al punto di non consentire la verticalizzazione dell’ala.
Si vedono alcune volte soggetti con ala a forbice, ed a questo proposito credo sia giusto mettere a fuoco alcune cose.
Riguardo alle ali lo standard recita: Ali: grandi e lunghe, portate verticalmente senza toccare il suolo. Pomo dell’ala un po’ evidente e con le estremità leggermente girate verso l’interno. Remiganti primarie di media larghezza e lunghe, le loro estremità non sono completamente nascoste dalle remiganti secondarie.
La parte che ho sottolineato mi fa riflettere: sarebbebene “perdonare” o “tollerare” un accenno di ala a forbice”? Ignoro come allevatori e giudici si comportino a questo riguardo in Europa, ma a mio avviso se in una razza l’ala a forbice è da tollerare, questa razza è proprio la Serama.
In effetti già si richiede una posizione dell’ala inconsueta quindi questa caratteristica potrebbe anche facilitare la posizione a forbice delle remiganti. Sarebbe in ogni caso opportuno far chiarezza a questo riguardo.
Se dovessi dare un consiglio, anche per la bellezza del soggetto, sarebbe bene ovviare a questo difetto, ferma restando la possibilità di concedere nello standard un certo livello di tolleranza, al contempo preferendo, e premiando con una valutazione più alta in giudizio, i soggetti che dovessero presentare un’ala composta.
A fronte di soggetti ben strutturati e con buona posizione, sarebbe bene chiudere un occhio su alcune caratteristiche eventualmente difformi da quanto previsto nello standard, come colore degli occhi e degli orecchioni; non invece sul colore dei tarsi. Sebbene difatti si possano tollerare tarsi gialli con lievi velature scure in varietà di colore con forte melanizzazione, tarsi color carne, verdi o neri dovrebbero continuare a rappresentare difetti da squalifica.
COLORAZIONI RICONOSCIUTE DALLO STANDARD ITALIANO
BIANCA
Il bianco deve essere puro; solo nel gallo si possono tollerare riflessi giallastri nella mantellina e nelle lanceolate della groppa. Presumo si tratti di bianco recessivo “c”: agisce sia sul nero che sul rosso e, nell’incrocio con altro colore, sarà pertanto possibile ottenere soggetti bianchi solo in F2. Tarsi gialli.
Ricordiamo che incrociando, ad esempio, nero – in cui, in ragione della forte melanizzazione è tollerata una leggera velatura scura sui tarsi – x bianco recessivo (c), in F2 si otterranno animali con piumaggio bianco, ma non agendo “c” sul colore dei tarsi, laddove il nero utilizzato abbia la predetta caratteristica, anche la prole bianca, presenterà con ogni probabilità tarsi troppo scuri.
NERA
Il nero è richiesto brillante e con riflessi verdi ma dato che la stragrande maggioranza delle colorazioni Serama è costruita su una base frumento (di per sé caratterizzata di una scarsa disponibilità di pigmentazione nera), sulla quale lavorano geni ulteriori, qualche piuma oro o argento nella mantellina del gallo sono da tollerare senza tuttavia esagerare.
Tollerabile anche qualche leggero riflesso violaceo.
Tarsi gialli; una leggera velatura scura non costituisce difetto.
BLU
La tonalità del colore potrà essere più o meno intensa e l’orlatura potrà essere più o meno presente.
Nel gallo, per le ragioni esposte in merito alla colorazione nera, tracce oro o argento sono tollerate.
Tarsi gialli, sfumature scure tollerate.
Il gene Bl, ove eterozigote (Bl/bl), diluisce il pigmento nero in un grigio ardesia più o meno intenso denominato “blu”.
In ragione del carattere non puro di questa colorazione (eterozigote) ottenere un blu omogeneo e di giusta intensità non è sempre facile.
BRONZATA
Quelle che noi chiamiamo “Bronzate” hanno una tonalità bruna con forti riflessi bronzei, il più uniforme possibile, non comparabili al cioccolato propriamente detto.
Tarsi gialli, sfumature scure tollerate.
NERA PICCHIETTATA BIANCO
Il colore di fondo deve essere nero intenso con riflessi verdi (valgono al riguardo le considerazioni sopra espresse in merito al colore nero). Nella mantellina del gallo tracce oro o argento sono da tollerare. Ovviamente non è possibile attendersi un disegno regolare come nella razza Ancona: la picchiettatura è difatti molto più grossolana, al punto che sono tollerate piume interamente bianche sia nella coda che nelle remiganti.
Il disegno tende ad aumentare con l’età del soggetto: sarebbe bene tenerne conto in sede di giudizio.
Tarsi gialli con leggera velatura scura sono da tollerare.
Il gene “mo” genera una depigmentazione dell’apice dalle piume ed è considerato recessivo nella letteratura di settore, anche se nella pratica ciò non è sempre vero; non è difatti raro che la picchiettatura possa emergere, anche in F1 eterozigoti per il gene. I “portatori” eterozigoti possono a volte essere identificati dalla presenza di macchie bianche sulla nuca e nelle remiganti, anche se non si tratta di una regola assoluta.
BLU PICCHIETTATO BIANCO
Stesso discorso fatto per il nero picchiettato, tranne per il fatto che il colore di fondo è diluito dal blu (Bl/bl)
BRONZATA PICHIETTATA BIANCO
Stesso discorso tranne per il fatto che il colore di fondo è cioccolato (choc/choc oppure I^D/i^d, Dun).
DORATA FRUMENTO
Nel gallo la mantellina e la groppa sono di una tonalità bruno dorata che si schiarisce verso la base della mantellina senza presenza di fiamme nere. Il dorso e le piccole copritrici delle ali sono bruno castagna. Il triangolo dell’ala è bruno. Il resto del piumaggio, fianchi, petto e coda sono nero intenso a forti riflessi verdi.
Nella gallina il colore frumento varia d’intensità a seconda delle parti: bruno dorato intenso nella mantellina e color frumento chiaro nel petto fino al ventre.
Attenzione l’assenza delle fiamme è caratteristica importante perché distingue il gallo dalle altre colorazioni in cui il fenotipo, tranne che per questa caratteristica, è del tutto simile: Collo Oro (e+) e Perniciata (eb).
ARGENTATA FRUMENTO
Lo standard che noi abbiamo non è propriamente quello dell’Argentata Frumento, in quanto le tonalità che si richiedono nel gallo non sono quelle tipiche di questa colorazione. Direi pertanto di usare grande tolleranza, almeno in questa razza, e rimandare la decisione a quando i soggetti avranno avuto una più appropriata selezione. Sulla base eWh, frumento, l’allele mutante “S” agisce solo sulla feomelanina espressa dal gene sesso legato selvatico s+ , pertanto nel gallo petto, ventre, fianchi e coda resteranno neri, il mantello sarà bianco-argento; spalle e triangolo dell’ala bianchi, separati da fasce nere. Nel piumaggio del maschio non ci sono tracce di pigmentazione bruna Essendo i geni s+ e la sua variante allelica S legati al sesso, la gallina ne possiede uno solo: nell’argentata frumento essa è dunque “S/-”; in ragione del rosso autosomico abbondante nei polli frumento eWh, resta tuttavia leggermente colorata di pigmento salmone.
La femmina sarà frumento chiaro sul dorso e sulle copritrici delle ali e frumento appena più intenso sulle parti inferiori; anche nella coda il colore frumento è più sostenuto.
BRONZATA FRUMENTO
Come la varietà “Frumento” ma tutte le parti nere sono sostituite da bruno a riflessi bronzati.
ARGENTATA FRUMENTO BRONZATA
Come la varietà “Argentata Frumento” ma tutte le parti nere sono sostituite da bruno a riflessi bronzati.
DORATA FRUMENTO PICCHIETTATA BIANCO
Come la Dorata Frumento, ma all’estremità delle piume è presente una perla bianca come per la
Nera Picchiettata Bianco.
DORATA FRUMENTO CHIARA PICCHIETTATA BIANCO
Gallo: come la varietà Dorata Frumento Picchiettata Bianco ad eccezione della mantellina e della groppa che sono arancio brillante.
Gallina Come la varietà Dorata Frumento Picchiettata Bianco ma il colore di fondo è giallastro chiaro possibilmente omogeneo.
ARGENTATA FRUMENTOPICCHIETTATA BIANCO
Qui vale il discorso fatto sopra per l’Argentata Frumento. Il disegno sarà lo stesso delle altre picchiettate.
BRONZATA FRUMENTO PICCHIETTATA BIANCO
Come la varietà Dorata Frumento Picchiettata Bianco, ma tutte le parti nere saranno sostituite da bruno intenso a riflessi bronzati.
FULVA A CODA NERA
Il colore di fondo è fulvo in quanto Co e Db restringono tutto il nero nella coda e nelle remiganti. Non sono presenti diluitori: per questo nel gallo è presente un forte contrasto fra le spalle, dorso e lanceolate.
ROSSA A CODA NERA
Nel gallo il disegno è come nella Fulva a coda nera, solo che il colore di fondo è bruno/rosso, con tonalità il più omogenea possibile. In Italia al momento sono riconosciute 17 colorazioni, mentre nello standard europeo sono 24. Qui di seguito le colorazioni ancora mancanti:
Frumento Crema
In U.S.A. la Crema Frumento è chiamata “Butterscotch”!
Oro a Coda Bronzata
Oro a Coda Bronzata Orlata
Oro a Coda Bronzata Mantellina Argento
Oro a Coda Bronzata mantellina Argento Orlata
Oro a Coda Bronzata Mantellina Argento a Doppia Orlatura
Argento a Coda Bronzata Orlata
Mentre scrivo vengo a conoscenza che è stato richiesto al CTS il riconoscimento delle colorazioni sopra riportate.
Giudizio
Il Paese di origine, la Malesia, non ha uno standard come noi lo intendiamo, sappiamo però che esistono diverse tipologie, con tanto di denominazione, con caratteristiche diverse l’una dall’altra. Come già visto all’inizio dell’articolo, alcuni soggetti, reputati i migliori, assumono una posizione estrema, innaturale e controproducente per la riproduzione.
Anche in Europa esistono diverse opinioni sul giudizio della Serama.
Alcuni optano per un giudizio molto particolare, diverso da quello a cui noi siamo abituati, basatosì sulla posizione e sulla mole, ma soprattutto sul carattere e sulla sua domesticità. Il soggetto viene valutato fuori dalla gabbia: deve pertanto mostrarsi tranquillo ma non basta, perché se un soggetto becca la mano del giudice o vola per almeno due volte giù dal tavolo, verrà squalificato. Colore e disegno, in questo caso, non influenzeranno minimamente il predicato.
Sebbene nel nostro ambito le regole di giudizio siano diverse, laddove il giudice lo ritenga opportuno, potrà osservare il soggetto fuori dalla gabbia, per meglio poterne valutare posizione e caratteristiche caratteriali. In ragione del fatto che la Serama è una razza piuttosto recente ed ancora relativamente poco diffusa, nel giudizio sarà necessario essere parecchio tolleranti riguardo a colore e disegno.
Leggere differenze rispetto alle richieste dello standard, sono tollerabili ma, ovviamente, è opportuno evitare ogni esagerazione. Lo scopo è quello di mirare a selezionare soggetti sempre più vicini all’ideale richiesto; per questo i giudici dovrebbero diventare gradualmente più esigenti, di pari passo con il progressivo miglioramento degli animali esposti.
a cura di Fabrizio Focardi
Bibliografia
Le Serama di Jean-Claude Périquet & Andy Verelst
The Serama Colours di Sigrid van Dort